Vetro di Murano:

Ciò che identifica il vetro di Murano (coe 104) e che lo ha reso famoso come vetro artistico è il fatto che sia un vetro morbido, ovvero un vetro che fonde a temperature basse, se comparato ad altri tipi di vetro come il borosilicato, e che si raffredda lentamente, lasciando quindi il tempo al maestro di modellarlo a mano. Un difetto di questo tipo di vetro (morbido) è che è estremamente sensibile agli sbalzi di temperatura, e per questo ha bisogno di maggiori attenzioni durante la lavorazione.Il vetro va fatto raffreddare il più lentamente possibile, specialmente nell’intervallo tra i 450° e i 300° momento in cui si creano le tensioni che potrebbero portare alla rottura del pezzo. Terminata la lavorazione l’oggetto creato dovrà essere messo all’interno di una muffola, un forno che durante la lavorazione viene mantenuta la temperatura fissa di 500° e poi si porta lentamente la temperatura fino a quella ambientale.

La lavorazione delle murrine ha da sempre costituito una delle specialità più caratterizzanti della produzione muranese. Il loro impiego trova la massima espressione nella creazione di piatti e ciotole dal momento che la superficie è sufficientemente ampia da permettere di creare armonie e giochi di colori molto suggestivi.  Oltre alle composizioni più tradizionali le murrine si prestano ad interpretazioni decisamente contemporanee, la grande varietà di forme colori e disegni consentono la creazione di oggetti dalle potenzialià espressive pressochè infinite. Gli oggetti realizzati con le murrine si prestano ad essere collocati in ambientazioni tradizionali,  contemporanei ed ultramoderni.

La lavorazione delle murrine è da sempre una delle tipicità  della produzione muranese. Il loro utilizzo trova la sua massima espressione nella realizzazione di piatti e ciotole in quanto la superficie è sufficientemente ampia da permettere la creazione di armonie e giochi di colore molto suggestivi.


Oltre alle composizioni più tradizionali, le murrine si prestano a interpretazioni decisamente contemporanee, la grande varietà di forme, colori e disegni permettono la realizzazione di oggetti dalle potenzialità espressive pressoché infinite. Gli oggetti realizzati con le murrine si prestano ad essere inseriti in ambientazioni tradizionali,

contemporaneo e ultramoderno.


La creazione di una murrina richiede che nella fornace ci siano vari crogioli di vetro fuso in diversi colori. Si preleva con un'asta metallica

una piccola quantità di vetro dal primo crogiolo, passando subito dopo a ricoprirlo con dell'atro vetro  prelevato da un secondo crogiolo. Si

 procede  così sovrapponendo più strati di colore  e modellando su stampi con costolature a forma di fiore, stella e mille altri motivi . L'insieme di questi strati di vetro verranno a formare un cilindro del peso di cinque, sei chilogrammi che viene tirato per portarlo ad diametro programmato. Le canne così ottenute servono per produrre

perle, ciotole, piatti, vasi, ciondoli e tutto ciò che la fantasia dell'artista

suggerisce. 

Per fare una ciotola, invece, occorre eseguire una composizione a freddo di sezioni di canna (più alte di quelle usate per le perle) formando un disco della dimensione voluta, e portarla quindi a fusione. Si otterrà un disco compatto che deve essere, dopo raffreddamento, molato e posizionato sopra uno stampo ceramico. Portando il tutto nuovamente a temperatura, il disco prenderà la forma dello stampo che sta sotto. Successivamente l'oggetto viene rifinito con un'operazione di molatura.

 

La lavorazione a lume è quella tecnica nella quale si utilizza un cannello a fiamma ossidrica per fondere il vetro e creare oggetti, sculture o perle di vetro.

Il vetro che si utilizza è già formato in bacchette che vengono prodotte in fornace e poi fuse in un secondo momento. Negli anni alcuni strumenti si sono evoluti come ad esempio il cannello. Agli inizi la fiamma era ricavata da un lume (da qui il nome lavorazione a lume) alimentata a grasso animale o a olio. 

Il "kiln casting"  è il processo in cui gli oggetti di vetro vengono fusi dirigendo il vetro fuso in uno stampo dove si solidifica. La tecnica è stata utilizzata dal XV secolo a.C. sia nell'antico Egitto che in Mesopotamia. Il vetro colato moderno è formato da una varietà di processi come la colata in forno o la colata in sabbia, la grafite o gli stampi in metallo.

La colata in forno prevede la preparazione di uno stampo costituito da una miscela di gesso e materiali refrattari come la silice. Un modello può essere realizzato con qualsiasi materiale solido, come cera, legno o metallo, e dopo aver preso un calco del modello (un processo chiamato impiallacciatura) il modello viene rimosso dallo stampo e il vetro viene fuso nel pezzo grezzo. L'inserimento di murrine e vetri colorati rende ogni opera unica e irripetibile.


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